Ortica indiana: 3 consigli professionali per la manutenzione

Le ortiche indiane arricchiscono le aiuole perenni con i loro imponenti ciuffi di fiori. Con questi suggerimenti, le piante rimangono sane e fioriscono.

Originaria del Nord America, l’ortica indiana è molto apprezzata nelle aiuole di piante perenni. Queste piante perenni estremamente attraenti e visivamente gradevoli sono dei veri e propri magneti per gli insetti, che deliziano non solo le api e i bombi, ma anche le farfalle. A causa del loro fogliame aromatico e dall’odore speziato, le lumache generalmente le lasciano da parte. Affinché l’ortica indiana possa risplendere in tutta la sua bellezza, può essere sostenuta in diversi modi.

Suggerimento 1: la posizione giusta

Diciamolo subito: non esiste “l’ortica indiana”, ma tutta una serie di specie. Il nome tedesco si riferisce semplicemente ai fiori che ricordano l’ornamento di piume dei nativi americani. Le specie del genere Monarda si dividono grossomodo in due gruppi ecologici: Il primo gruppo, di cui la Monarda didyma, l’ortica scarlatta, è la più grande, predilige i luoghi semiombreggiati, come quelli situati ai margini di un bosco. Il terreno dovrebbe essere fresco e umido.

Il secondo gruppo – di cui la Monarda fistulosa è la rappresentante più importante dal punto di vista orticolo – è più originario dei prati. I rappresentanti di questo gruppo preferiscono condizioni asciutte e soleggiate. Chi vuole arricchire la propria aiuola perenne con una borracina indiana dovrebbe quindi non solo lasciarsi guidare dall’aspetto e dal colore dei fiori, ma tenere conto anche delle esigenze del luogo. Se un’orchidea non viene posizionata nel posto giusto, deve essere ripiantata.

Per quanto riguarda il suolo, tutte le ortiche hanno preferenze simili: dovrebbe essere permeabile e ricco di sostanze nutritive, l’acqua stagnante nel sottosuolo non è auspicabile. È preferibile piantare in primavera, per evitare un inverno piovoso che spesso causa perdite, soprattutto nelle piante giovani. Se si sospetta la presenza di acqua stagnante nel terreno, aggiungere un po’ di sabbia grossolana o ghiaia sul fondo della buca di semina. Dove il terreno è relativamente povero, in primavera viene arricchito con compost.

Suggerimento n. 2: potare regolarmente le ortiche indiane

Per mantenere la vitalità dell’ortica indiana, è meglio potare gli ibridi dopo la fioritura, ad una mano da terra. Il fogliame fresco appare quindi rapidamente. Piccolo svantaggio di questa misura: rinunciamo così all’aspetto invernale molto attraente. D’altra parte, la potatura non è obbligatoria per l’ortica indiana monovarietale. I rizomi devono essere divisi ogni tre anni poiché invecchiano rapidamente.

Suggerimento n. 3: tenere a bada l’oidio

È soprattutto in condizioni di crescita non ottimali che l’ortica indiana soffre di oidio. Si riconosce per un velo grigio che può ricoprire tutta la pianta. La causa sono soprattutto i substrati compattati e fradici, comunemente associati ad elevata umidità e aria stagnante, nonché allo stress idrico estivo. Una piantagione troppo fitta, che porta ad una scarsa essiccazione del fogliame dopo le piogge, può portare anche alla comparsa dell’oidio.

La Monarda didyma è particolarmente colpita dall’oidio, ma esistono ormai selezioni con migliore resistenza. Ciò è particolarmente vero per le varietà ‘Squaw’ e ‘Jacob Cline’. La Monarda fistulosa o gli incroci tra le due specie sono più resistenti all’oidio. È quindi possibile arginare il problema dell’oidio scegliendo la varietà giusta e ricercando specificatamente ibridi di Monarda fistulosa nei siti minacciati. In caso di attacco lieve, l’ortica indiana infetta dovrebbe essere potata generosamente. A scopo preventivo è opportuno annaffiare in caso di grave siccità; anche l’irrorazione preventiva con una miscela di latte e acqua dà buoni risultati.